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Training-day: 7 settembre 2010 (Il profumo del nuovo)

Jigoro Kano e Kyuzo Mifune



Questo articolo è apparso originariamente su MY ROAD TO BLACK sito del famoso blogger Gian Paolo Doretti , già "proprietario" del decennale Grappler-Insider(ormai chiuso). E'  un Brazilian Jiu Jitsu brown-belt e  scrive nel suo profilo "Pratico per passione e per sentire l'ingegno della sensibilità e della morbidezza". In questo post ci parla della sua nuova esperienza col Judo.


Nel desiderio di accrescere la mia conoscenza riguardo le arti lottatorie, da tempo sognavo di colmare...o tentare di colmare....il gap che esiste tra il mondo della lotta in piedi ed il mondo della lotta a terra.
Troppo sbilanciato verso il 2ndo, tardivamente ho compreso che avrei dovuto inserire una marcia diversa ed offrirmi nuove possibilità.
Così, dopo semplici dialoghi, siamo passati ai fatti. E il tutto si è concretizzato in pochi minuti dove ho vinto resistenze tendinee ed evoluzioni cerebrali.
Provai il Judo diversi anni fa e mi ci misi di impegno. L'accademia mi sembrò buona, il Maestro era simpatico ed il corso era frequentato da un alto numero di praticanti. L'esperienza mi scivolò trovando rifugio in una parte dei ricordi dove il tutto si confonde con masse inutili di informazioni poco colorite.
Complici furono le mie aspettative, troppo alte, ed una didattica poco attenta ai particolari e più concentrata sulla quantità che sulla qualità.
Così, ieri mi sono ripreso una rivincita ed ho riprovato l'ebrezza, anzi il profumo, di uno stile che di certo è complementare al lavoro del Jiu Jitsu.
La fortuna è stata anche quella di trovare Maestri (ed allievi) interessati ad aprire le loro vedute utilizzando gli occhi del Jiu Jitsu brasiliano.
Lo studio, ci ha portato ad interessarci l'un l'altro delle proprie necessità ed abbiamo quindi estrapolato delle tecniche, dal vasto repertorio del Judo, che potessero aiutarci nel duro lavoro di portare a terra l'avversario nella migliore situazione possibile.
Ho avuto il piacere e l'entusiasmo di sentirmi trasportato in balia delle loro prese e ritrovarmi "aggirato" dopo una combinazione di passi di danza davvero efficaci.
Nulla di nuovo, ma la tecnologia del "Kuzushi" (squilibrio) e le forti prese del Judoka riescono ad impressionarmi ogni volta in cui divento un "oggetto" nelle loro mani.
"Beh, ci vuole pratica...molta pratica per poi acquisire quella sensibilità necessaria per sviluppare la tempistica giusta nel portare le tecniche"...mi dice il Maestro.
Nulla di così diverso che studiare le tecniche al suolo: dedizione, pratica, ingegno, sensibilità ed una grandissima dose di pazienza.
La prospettiva è quella di dedicarmi allo studio di questa preziosa arte marziale tralasciando l'aspetto sportivo Judoista altamente ostacolato da regole che ne limitano persino l'efficacia. Naturalmente, questo è il mio modo di vedere ed è chiaramente influenzato dallo stile che pratico.
Bene, comincerò proprio dalle basi: quindi molto footwork, sbilanciamenti e studio delle prese e come neutralizzarle. Un lavoro di impegno e calli!

"Quante cose da imparare.....in così poco tempo!"

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